«Nel "Giorno della Memoria", che il Parlamento italiano ha voluto dedicare alle vittime del terrorismo, la Repubblica si inchina davanti alle vite spezzate dal fanatismo politico, dalle violenze di gruppi brigatisti e neofascisti, dagli assalti eversivi alle istituzioni democratiche e alla convivenza civile.
Tragicamente lunga è la sequela delle persone uccise negli anni di piombo: servitori dello Stato, donne e uomini eletti a simbolo di funzioni pubbliche, cittadini impegnati nella vita sociale, testimoni coerenti che non hanno ceduto al ricatto. Il legame della memoria rinnova e rafforza il sentimento di solidarietà con i familiari, ma richiama anche un impegno che vale per l'intera comunità.
Ricordare è un dovere. Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l'assetto costituzionale, le complicità e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato, le debolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall'espandersi del clima di violenza. Ed è giusto ricordare il coraggio di chi non si è piegato, di chi ha continuato a difendere la libertà conquistata, il diritto e la legalità, le istituzioni che presidiano la vita democratica. Il terrorismo è stato sconfitto grazie al sacrificio e alla rettitudine di molti, e grazie all'unità che il popolo italiano ha saputo esprimere in difesa dei valori più profondi della propria civiltà. La storia ci ha dimostrato che l'unità e la coesione degli italiani sono gli strumenti più efficaci di fronte ai pericoli più gravi.
Nel tempo sono state accertate responsabilità dirette e indirette. Gli autori dei delitti sono stati sottoposti a processi e condanne. Ma non ovunque è stata fatta piena luce. La verità resta un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità, dunque, deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri.
Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all'apice dell'aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l'azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro».
L'area archeologica dell'antica Casinum, sita al primo chilometro
della Strada Statale per Montecassino, comprende alcuni notevoli
monumenti della città romana, in parte ricadenti all'interno delle mura e
in parte immediatamente a valle di esse. Si conservano resti del
tracciato viario antico, in particolare una strada pavimentata in basoli
di calcare, da identificare con il tratto urbano della via Latina,
prolungata sino a Casinum in occasione dell'acquisizione della città ai
domini di Roma, nonché la porta Campana, così identificata in
un'epigrafe relativa a restauri realizzati nel 57 d.C.
Di grande
interesse risulta l'anfiteatro, edificio per spettacoli in parte
appoggiato al pendio del colle, risalente probabilmente ai decenni di
passaggio fra il I sec. a.C. e il I d.C., sebbene una testimonianza
epigrafica attribuisca la costruzione alla matrona cassinate Ummidia
Quadratilla (28-107 d.C. ca.).
Allo stesso personaggio la
tradizione ascrive anche il monumentale sepolcro in opera quadrata di
grandi blocchi calcarei sito lungo il limite urbano, certamente
destinato, in considerazione dell'ubicazione, ad un personaggio
benemerito, sebbene permangano alcune incertezze riguardo alla
cronologia del monumento. Presso il teatro, subito a monte dell'area
dove si ipotizza la presenza del foro, si è messa in luce la magnifica
pertinenza di una ricca domus: il cosiddetto Ninfeo Ponari, grotta
artificiale appoggiata al retrostante declivio e preceduta da un atrio
con impluvio. Il Ninfeo conserva tracce delle decorazioni parietali e
pavimentali, risalenti a due distinte fasi: quella originaria, attorno
alla metà del I sec. a.C., la seconda attribuibile ad una
ristrutturazione avvenuta verso il 100 d.C.
Nel museo sono esposti
reperti provenienti dalla città e dagli immediati dintorni, di epoca
preromana, arricchiti da una scelta di materiali relativi alla civiltà
volsca provenienti dall'antica Satricum (località Le Ferriere, Latina) e
da recenti ritrovamenti nelle necropoli romane sulla via Pedemontana ad
Ovest della città (sala Ottagona). Nelle altre sale sono i materiali
della Casinum romana, fra i quali pregevoli opere provenienti dal teatro
(calco della statua in nudità eroica del cosiddetto Eroe di Cassino, il
cui originale è conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli;
frammenti di statua colossale di Augusto; elementi architettonici di
decorazione della scaenae frons del teatro), cui si aggiunge un notevole
letto funerario in osso recuperato nel corso di recenti scavi nella
necropoli occidentale della vicina Aquinum. Scendendo lungo la facciata
del Museo, si può accedere al lapidario, ricavato all'interno di
ambienti voltati di età romana, relativi probabilmente ad opere di
sostegno di edifici o complessi monumentali a carattere pubblico.
L'iconica "Notte stellata" (De sterrennacht) dipinta da Vincent Van Gogh nel 1889 è stata fonte di ispirazione per generazioni di artisti, anche non legati al mondo della pittura. Il cinema, ad esempio, ha attinto a piene mani dalla vicende artistiche e umane del pittore olandese, a partire dal celebre documentario di Alain Resnais del 1948 per arrivare al recentissimo "Van Gogh-Sulla soglia dell'eternità" del regista Julian Schanbel. I musicisti non sono stati da meno e tra essi, in tempi relativamente recenti il cantautore americano Don Mc Lean nel 1971 ha composto una struggente ballata dedicata a Vincent e che è conosciuta anche come "Starry starry night", chiaro riferimento al dipinto attualmente custodito al Museum of Modern art di New York.
"VINCENT" NELLA VERSIONE DI DON MCLEAN (1971)
Questa ballata divenne una vera hit qui in Italia grazie a uno sceneggiato televisivo della RAI intitolato "Lungo il fiume e sull'acqua di cui era la sigla iniziale. Si ebbero quindi le immancabili versioni italiane come usava all'epoca e a cimentarsi con "Vincent" furono Francesco de Gregori, Little Tony e Roberto Vecchioni, la cui versione è la più convincente e vicina allo spirito dell'opera originale. Una cover di tutto rispetto incisa dal "poeta" Roberto Vecchioni ma scritta a quattro mani con l'amico di una vita, a sua volta poeta, cantautore e giornalista Enrico Nascimbeni purtroppo prematuramente scomparso nel 2019.
"VINCENT" NELLA VERSIONE DI ROBERTO VECCHIONI
Cosi Nascimbeni racconta la nascita di "Vincent":
"Andai un pomeriggio a casa di Roberto Vecchioni. Gli feci ascoltare una
canzone degli anni Sessanta, di Donald Don McLean. “Vincent”. Dedicata
all’immenso pittore . Gli dissi che si poteva fare in italiano
stravolgendo il testo e che lui l’avrebbe potuta cantare e incidere nel
suo uomo album. Detto fatto. Andammo in cucina. Tanti fogli di carta
bianca. Biro e al primo momento silenzio. Ognuno di noi cominciò a
scrivere delle frasi. Io fumavo una sigaretta dietro l’altra e Roberto
sigari a profusione.
In quattro ore il testo di Vincent era pronto. Ci accorgemmo che avevamo
scritto della nostra amicizia e di noi. Come accade spesso, anche se la
canzone parla di un’altra persona. Quel testo eravamo noi. Con le
nostre paure. Il nostro ego. Le nostre vite. Avevamo scritto di una
storia di amore tra due uomini. Van Gogh e Gauguin. Roberto ed Enrico".
"Vincent" fu inserito nell'album doppio "Canzoni e cicogne" pubblicato nel 2000.
«Con un quadro vorrei
poter esprimere qualcosa di commovente come una musica. Vorrei dipingere
uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo
l’aureola, e che noi cerchiamo di rendere con lo stesso raggiare, con
la vibrazione dei colori [...]. Ah il ritratto, il ritratto che mostri i
pensieri, l’anima del modello: ecco cosa credo debba vedersi»
È pervenuta al Comune una comunicazione della Prefettura di Frosinone nella quale viene specificato che a partire dal 4 Maggio potrà essere consentito l'accesso al cimitero.
Nella mattinata di domani firmerò una apposita Ordinanza Sindacale per
la riapertura al pubblico del cimitero comunale cui sarà possibile
recarsi a partire dalle ore 11:00. Sono felice di poter dare,
assieme all'assessore al Patrimonio Floriana Retarvi, questo annuncio ai
cittadini. Tutti infatti abbiamo aspettato, fin dal giorno della
chiusura dei cimiteri a causa dell'epidemia di Covid-19, di poter
portare il prima possibile un fiore sulle tombe dei nostri cari.
Finalmente da domani sarà possibile. Ci tengo però a precisare che
al cimitero comunale ci si potrà recare solo rispettando le procedure di
sicurezza previste dalla normativa, dunque mantenendo la distanza
interpersonale di 1 metro ed indossando mascherine e guanti.
Nonostante l'alleggerimento delle misure di sicurezza e contenimento
sociale in questa "fase 2", non si è ancora usciti fuori dalla pagina
buia del coronavirus ed è fondamentale rispettare le regole come fatto
finora onde evitare di dover vietare, come la normativa impone,
nuovamente l'accesso a spazi pubblici importanti come il cimitero.
Carolina e Byron fanno i compiti ascoltando la radio. Lei è in terza media e lui è in prima media, e dicono con certezza che COVID-19 ha cambiato il modo di apprendere. Vivono nel comune di Nuevo Colón, Boyacá, studiano alla scuola di Llano Grande e in mezzo alla contingenza di quarantena, ora le loro lezioni non sono virtuali ma radiali. "Considerando che abbiamo difficoltà con l'accesso a Internet, abbiamo fatto ricorso all'educazione radiofonica", afferma Carolina.
Luz Mery Contreras, sua madre, si siede accanto a loro per ascoltare i programmi radiofonici quando il suo lavoro nel campo raccogliendo le pere le permette. Dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 10:00 si sintonizzano su Recreo al aire, un programma creato dagli insegnanti per spiegare le attività degli opuscoli che la scuola consegna ogni quindici giorni. “Ascoltiamo il programma e i bambini ricevono informazioni su come realizzare le guide. Ci sono anche progetti di educazione ambientale, le attività sono svolte con i genitori e riceviamo supporto dallo psicoterapeuta ", spiega Contreras.
Il Llano Grande Educational Institution, nel comune di Nuevo Colón, conta 245 studenti e cinque centri rurali. La radio è diventata un canale di comunicazione in cui ogni insegnante, il giorno della settimana corrispondente, può comunicare con i suoi studenti. La strategia si basa su una biblioteca itinerante, in modo che tutti abbiano accesso ai libri.
Alexánder Mojica, insegnante della scuola di Llano Grande e coordinatore del programma, commenta che Recreo al aire è sintonizzato sulla stazione radio Manzanar Estéreo. Un insegnante di scuola superiore, un insegnante di scuola elementare e uno psicoterapeuta partecipano a ciascuna trasmissione. Inoltre, nel programma sono in corso due attività per tutti i corsi: “Gli studenti stanno sviluppando un frutteto e stiamo anche costruendo il diario dell'esperienza di studio a casa. Questo è un modo per dare vita alle guide e dire ai bambini che non sono soli ", afferma Mojica.
In tempi di incertezza e grandi cambiamenti dovuti alla pandemia, in Boyacá la nostalgia del passato viene rianimata e la chiave, per molti, è stata proprio quella di tornare alle radici. Questo è ciò che crede Arnoldo Candela, un uomo di 88 anni che è orgoglioso che la radio continui a essere uno strumento per l'educazione, il mezzo più democratico. Candela ha partecipato nel 1959 al processo di formazione dei contadini con Acción Cultural Popular (ACPO), l'ente di gestione di Radio Sutatenza, e dal 1962 ha lavorato per undici anni come leader di scuole radio in varie regioni del paese. "A quel tempo, era necessaria solo una persona che sapesse leggere e scrivere per servire da ponte tra il presentatore e gli studenti."
Radio Sutatenza iniziò nel 1947 nella Valle di Tenza, guidata da Mons. José Joaquín Salcedo, che vide alla radio un'opportunità per raggiungere i contadini. Hernando Fernández, educatore e nativo di Sutatenza, sottolinea che il comune è ricordato come il luogo di nascita delle scuole radio in Colombia. Per lui, è un patrimonio storico, motivo per cui 73 anni dopo sopravvive nella memoria del popolo di Boyacá come un progetto che ha rotto i confini e implicato una rivoluzione per la campagna colombiana.
ACPO, un'entità di origine cattolica, mirava a migliorare la qualità della vita rurale. Attraverso alleanze con varie entità, ha istituito strutture educative in oltre 900 comuni. Radio Sutatenza insegnava scrittura, lettura, matematica e biologia; ha affrontato argomenti come la salute, la cura della terra, la spiritualità e la cultura. L'iniziativa ha avvicinato l'istruzione alle persone, trasformando i contadini in studenti e insegnanti. “Ci sono state molte difficoltà. Immagina te stesso: uno con sessant'anni e senza capire le lettere e con le lampade ad olio. Migliaia di contadini escono dall'ignoranza con la radio ", afferma Candela.
L'iniziativa ha permesso agli agricoltori di vedere il potenziale dell'educazione. Inizialmente furono create le scuole radiofoniche, poi vi fu un'organizzazione attraverso le parrocchie per controllare le classi e poi la formazione fu creata negli istituti, per rafforzare il lavoro nel resto del paese.
Domani comincerà la fase 2 dell’emergenza, quella della convivenza
con il virus. Sarà una nuova pagina che dovremo scrivere tutti insieme,
con fiducia e responsabilità.
Fino ad oggi la maggior parte dei cittadini è stata al riparo nelle
proprie case. Da domani oltre 4 milioni di italiani torneranno al
lavoro, si sposteranno con i mezzi pubblici, molte aziende e fabbriche
si rimetteranno in moto. E saranno ben più numerose le occasioni di un
possibile contagio, che potremo scongiurare solo grazie a un senso di
responsabilità ancora maggiore. Come mai prima, il futuro del
Paese sarà nelle nostre mani. Serviranno ancora di più collaborazione,
senso civico e rispetto delle regole da parte di tutti. Dovremo tenere
sempre alta l’asticella dell’attenzione, continuare a mantenere la
distanza interpersonale, a indossare la mascherina quando e dove sarà
necessario, e a lavarci spesso e con cura le mani. Più saremo scrupolosi
nell’osservare le indicazioni di sicurezza e prima potremo
riconquistare altri spazi di libertà. Non sperperiamo quello che abbiamo
faticosamente guadagnato in cinquanta giorni. Dovremo tutti
insieme cambiare marcia al Paese. Con prudenza, decisi e determinati ad
andare avanti ma senza rischiare di fermare il motore. Non c’è una
ricetta giusta per garantire la ripartenza senza pensare in primo luogo
alla salute e alla sicurezza di tutti noi. Sono fiducioso, insieme ce la faremo. G. Conte
Nativo di Zemun, municipalità autonoma di Belgrado nell'allora federazione jugoslava, la sua famiglia si trasferì in Italia, nel Trentino, quando questi aveva 6 anni. In Austria, dove frequentò le scuole medie e il primo anno di liceo, Kuzminac iniziò a suonare la batteria nel gruppo musicale scolastico, per poi passare alla chitarra[2]. Con quest'ultimo strumento sviluppò una raffinata tecnica di finger-picking (vale a dire, pizzicando la corda con la punta delle dita o usando le unghie al posto del plettro), appresa per la prima volta durante un viaggio in treno grazie a un militare statunitense che gli aveva chiesto di poter suonare la chitarra che portava con sé[2].
Allo studio (si iscrisse all'università di Padova, dove si laureò in Medicina) iniziò ad affiancare l'attività strumentistica in sala di incisione a Milano e a Roma a supporto di vari artisti. Notato da Francesco De Gregori, che intravide in lui anche qualità compositive oltre che tecniche, fu da questi segnalato a Vincenzo Micocci, già direttore artistico della RCA Italiana e fondatore delle case discografiche Parade, IT e Una sors coniunxit. Micocci mise Kuzminac sotto contratto nel 1976 e lo affidò al direttore artistico Gaio Chiocchio. L'esordio discografico del cantautore avvenne in quello stesso anno con un 45 giri triplo, opera collettiva prodotta dallo stesso Chiocchio per lanciare i giovani artisti a contratto presso la Una sors coniunxit: il brano di Kuzminac si chiamava Io, e la particolarità fu che anche i disegni delle tre copertine furono opera degli artisti presenti nel disco. Di tutti gli artisti coinvolti in quell'esperienza, fu proprio Kuzminac l'unico artista ad assurgere a un certo grado di notorietà, e nei tre anni successivi lavorò al seguito delle tournée di Angelo Branduardi, Lucio Dalla e Antonello Venditti, aprendone i rispettivi concerti.
Il successo arrivò nel 1978, con il singolo Stasera l'aria è fresca, motivo nel quale Kuzminac ebbe modo di mostrare la sua tecnica musicale oltre alle sue doti artistiche: il brano vinse il Festival di Castrocaro e ottenne il secondo posto (Gondola d'Argento) alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia.
Sulla scia di quel successo, nel 1980 Kuzminac pubblicò il suo primo album, Ehi ci stai, da cui fu tratto il singolo (con testo di Gianfranco Baldazzi) con lo stesso nome, che si classificò secondo al Festivalbar di quell'anno; nel disco reincise anche Stasera l'aria è fresca con un nuovo arrangiamento. Il brano che dà il nome all'album, come raccontato più volte dallo stesso Kuzminac, era dedicato alla cantautrice Grazia Di Michele, amica di cui era innamorato (senza essere corrisposto). [3]
Nel frattempo la RCA Italiana, distributrice dei dischi con etichetta Una sors coniunxit, iniziò la produzione di Q Disc, 33 giri economici con quattro canzoni, di uno o più artisti. Kuzminac fu tra i primi ad apparire in tali produzioni, nel Q concert, realizzato con Ron e Ivan Graziani, contenente tre loro canzoni e l'inedito scritto insieme Canzone senza inganni; al disco fece seguito una tournée dei tre artisti.
Il secondo album di Kuzminac, Prove di volo, venne pubblicato nel 1981, e contiene la canzone Stella del nord, pubblicata anche su 45 giri e partecipante a Un disco per l'estate di Saint Vincent e ad Azzurro; nella ristampa su CD del 1998 di questo LP verrà inserita come bonus track la canzone Io che egli aveva già inciso su 45 giri nel 1976[4]. Nell'album figura come corista anche l'amica Grazia Di Michele.
Nel 1982, ripeté l'esperienza del Q disc, con Q concert, realizzato insieme a Mario Castelnuovo e Marco Ferradini, con un brano inciso insieme, Oltre il giardino, e tre inediti; il brano di Kuzminac è Bugiarda, che non fu poi inserito in alcun album in studio successivo.
Il seguito della sua carriera artistica, sebbene non sempre sotto i riflettori, avvenne fuori dall'orbita della Una sors coniunxit: quando infatti la dirigenza della RCA cambiò, Goran Kuzminac decise di rescindere il contratto che legava la distribuzione dei suoi dischi alla casa discografica. Dopo aver partecipato alla produzione del brano Per una bambola, che Patty Pravo presentò al Festival di Sanremo 1984, nel 1987 uscì quindi per la Top Records l'album Contrabbandieri di musica.
Ha poi collaborato a diversi album di altri artisti: nel 1988 ha suonato la chitarra nell'album del cantautore Rodolfo SantandreaAiutatemi, amo i delfini, nel 1996 ha scritto con Carlo Alberto Contini la canzone La coerenza, incisa dai Nomadi nell'album Quando ci sarai, e nel 2009 ha cantato il brano Un'altra dimensione nell'album JL degli Algebra. Dallo stesso anno ha svolto anche attività di musicoterapia presso l'ospedale psichiatrico romano "Villa dei Fiori".
Diversificando le proprie attività, iniziò a occuparsi anche di ricerca musicale, grafica professionale 3D, post produzione video e finanche produzione di videoclip: attivo anche nella produzione di colonne sonore per produzioni fuori dall'Italia e nella tecnica di sonorizzazione di vasti ambienti, non ha mai abbandonato la produzione discografica regolare.
Nel suo ultimo decennio di vita sono così usciti gli album di inediti Dio suona la chitarra (2008), basato sulla chitarra e con la collaborazione di Alex Britti, Antonio Onorato, Charley De Anesi, Lincoln Veronese, Mauro De Federicis e Andrea Valeri, e Fiato (2012), distribuito dalle Egea Music, oltre al suo primo live Solo ma non solo (2011), registrato in teatro ad Andria con sole chitarra e voce, e a Goran Kuzminac & Stefano Raffaelli Jazz Quartet (2014), contenente dieci brani arrangiati da Stefano Raffaelli (Pianoforte) con Walter Civettini (Trumpet / Fluegelhorn), Flavio Zanon (Doublebass) e Carlo A. Canevali (Drums): il primo lavoro dove Goran si avvale della sola voce, senza la chitarra.
Si è spento il 18 settembre 2018 dopo una lunga malattia.
EMANATA ORDINANZA “ULTERIORI MISURE PER LA PREVENZIONE E GESTIONE DELL’EMERGENZA COVID” FASE 2
Emanata l’Ordinanza “Ulteriori
misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da
COVID-2019” per stabilire i criteri e le misure da adottare dal prossimo
4 maggio, relative a molteplici settori economici e sociali. l testo e
le misure indicate hanno lo scopo di consentire una graduale ripresa
delle attività, garantendo sicurezza per i cittadini
02/05/2020 - La
Regione Lazio ha emanato l’Ordinanza “Ulteriori misure per la
prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-2019” per
stabilire i criteri e le misure da adottare dal prossimo 4 maggio,
relative a molteplici settori economici e sociali. l testo e le misure
indicate hanno lo scopo di consentire una graduale ripresa delle
attività, garantendo sicurezza per i cittadini.
Di seguito il testo dell’ordinanza, nella parte relativa alle misure da applicare.
Allo scopo di consentire che lo svolgimento delle attività sociali e
socio-sanitarie per persone con disabilità di cui all’art. 8 al decreto
del Presidente del Consiglio del 26 aprile 2020 siano svolte nel pieno
rispetto di ogni misura per la prevenzione dal contagio e la tutela
della salute degli utenti e degli operatori, la riattivazione delle
stesse è subordinata all’adozione del Piano regionale territoriale ed
alla comunicazione attestante l’adozione di tutte le misure di
prevenzione e contenimento definite nel citato Piano che, il gestore
della struttura, deve effettuare sia al Comune presso il quale insiste
la medesima, sia all’ Azienda sanitaria locale di riferimento.
12. Con riferimento alle attività economiche e commerciali, sono consentite le seguenti attività:
per le concessioni con finalità turistico ricreative che insistono
sul demanio marittimo e sul demanio lacuale e relative aree di
pertinenza, nonché per le strutture ricettive all’aria aperta, l’accesso
alle strutture e agli spazi aziendali è consentito esclusivamente al
personale impegnato in attività di manutenzione, vigilanza, pulizia,
anche con mezzi meccanici, e sanificazione, anche degli arenili, ivi
comprese le attività di allestimento, compreso il montaggio e la
manutenzione delle strutture amovibili.
nell'ambito delle attività di cantieristica navale, la "consegna di
magazzino", nonché le attività propedeutiche allo spostamento dal
cantiere all'ormeggio o comunque finalizzate alla consegna.
lo spostamento, nell’ambito del territorio regionale, all’interno
del proprio comune o nei comuni dove sono i natanti o le unità diporto
di proprietà, per lo svolgimento, per non più di una volta al giorno,
delle sole attività di manutenzione, riparazione, e sostituzione di
parti necessarie per la tutela delle condizioni di sicurezza e
conservazione del bene, da parte dell’armatore, del proprietario o del
marinaio con regolare contratto di lavoro;
nell'ambito delle attività di rimessaggio, delle marine o nei luoghi
appositamente attrezzati, in considerazione delle esigenze di tutela
del bene che potrebbe essere esposto a danni irreparabili in ragione di
una carente attività manutentiva e di conservazione, l’attività di
manutenzione dei natanti e imbarcazioni da diporto, nonché le attività
propedeutiche allo spostamento dal cantiere all'ormeggio; i rimessaggi e
le marine che hanno in deposito le imbarcazioni, nelle aree di
manutenzione devono osservare l’obbligo di rispetto delle normative di
settore e di ogni altra misura finalizzata alla tutela dal contagio,
avendo anche cura di interdire l'accesso ai non addetti ai lavori
la vendita delle calzature per bambini sia all’interno dei negozi
specializzati in abbigliamento per bambini sia nei negozi specializzati
in calzature per bambini;
l’attività dei restauratori purché svolta in cantiere (con il pieno
rispetto delle specifiche di cui all’allegato 7 del DPCM del 26 aprile
2020) o in laboratorio, fermo restando il pieno rispetto di tutte le
norme di sicurezza relative al contenimento del contagio da COVID-19;
l’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali di
compagnia, purché il servizio venga svolto per appuntamento, senza il
contatto diretto tra le persone, e comunque in totale sicurezza, nella
modalità “consegna animale per toelettatura-ritiro animale”, utilizzando
i mezzi di protezione personale e garantendo il distanziamento sociale;
l’attività di allevamento e di addestramento di animali assicurando
il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
2.3.Le attività del Mercato ortofrutticolo di Fondi e del Centro agroalimentare di Roma osservano le seguenti misure:
rilevazione della temperatura agli ingressi;
obbligo di utilizzo di guanti e mascherine per gli addetti;
chiusura settimanale di una giornata per effettuare sanificazione,
nonché sanificazione degli ambienti in gestione ai singoli operatori
(magazzini e/o stand interni ed esterni).
3.4.Con riferimento alle attività sportive, sono consentite a decorrere dal 6 maggio 2020, le seguenti attività:
l’allenamento in forma individuale di atleti professionisti e non
professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico
nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e
dalle rispettive federazioni, nel rispetto delle norme di distanziamento
sociale e senza alcun assembramento in strutture a porte chiuse, anche
per gli atleti di discipline sportive non individuali;
l’attività motoria e sportiva all’aperto in forma individuale,
ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente
autosufficienti, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale
di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per
ogni altra attività. È consentito per tali attività lo spostamento
individuale solo in ambito provinciale. Esclusivamente per lo
svolgimento in forma amatoriale di pesca sportiva da terra in acque
interne e in mare è autorizzato lo spostamento nell’intero ambito
regionale, al solo scopo di consentire il raggiungimento del litorale
marittimo.
entro il 5 maggio 2020 gli enti gestori delle strutture sportive
consentite, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 26 aprile 2020 e della presente ordinanza, predispongono il
protocollo delle misure di sicurezza da adottare per lo svolgimento
delle attività. In ogni caso le attività all’interno di strutture
sportive possono svolgersi solo previa predisposizione del protocollo di
sicurezza.
Le attività indicate nella presente ordinanza dovranno comunque
svolgersi nel rispetto di tutte le disposizioni e prescrizioni
finalizzate al contenimento del contagio previste dai precedenti e
vigenti provvedimenti nazionali e regionali, con particolare riguardo ai
contenuti del "Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure
per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19
negli ambienti di lavoro" sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e
le parti sociali.
La presente ordinanza avrà validità fino al 17 maggio 2020, salvo nuovo provvedimento.