Il rock non
ha mai avuto grande fortuna a Sanremo. Non moltissimi i brani del genere
presentati e quasi sempre relegati nella parte bassa delle classifiche. La
"vita spericolata" di Vasco Rossi è un esempio da manuale con il
penultimo posto al Festival del 1983 e un milione di copie vendute nei giorni
successivi, con la vincitrice di quell'anno, Tiziana Rivale, ben presto scomparsa
dal mondo della canzone. Spesso si è parlato, facendo un azzardato paragone con
la politica, di un distacco dalla sensibilità e dai gusti del paese reale, in
realtà organizzatori, case discografiche e addetti ai lavori in genere, hanno
sempre cercato di assecondare più che altro l'evento televisivo puntando sull'usato
sicuro e proponendo prodotti musicali piuttosto convenzionali. Le grandi star
sono diventate il contorno, lo specchietto per le allodole per attirare il
pubblico tra una canzone in gara e l'altra. Sono ben lontani gli anni nei quali
personaggi del calibro di Stevie Wonder, Jose Feliciano e Paul Anka si cimentavano
in gara cantando nel loro improbabile italiano. Le innovazioni in campo
musicale sono quindi avvenute altrove e il Festival si è caratterizzato sempre
di più come un contenitore televisivo di successo con la capacità di attrarre
cospicue sponsorizzazioni. Negli ultimi anni questa funzione di selezione dal
basso è stata invece svolta dai talent show alla x-factor e non a caso molti
dei personaggi che calcano il palco dell'Ariston provengono da questa
esperienza. Forse proprio per questo motivo negli ultimi anni c'è stato un
riavvicinamento tra le proposte del Festival, le sue classifiche e i gusti
musicali della gente che ormai si misurano in click sui video pubblicati sulle
numerose piattaforme di streaming. I 173 milioni di visualizzazioni di
"Soldi" di Mahmood, vincitore dello scorso anno, ne sono la prova.
Difficile ripetere questo exploit per i Maneskin, vincitori di quest'anno con
"Zitti e buoni", ma il gruppo rock romano è sulla buona strada e
hanno già scritto un pezzo di storia della canzone vincendo Sanremo affrontando
un genere musicale sempre negletto in tale contesto. Ce l’hanno fatta, a quasi
40 anni dal Vasco Rossi relegato agli ultimi posti, ma ce l’hanno fatta. Ormai
il rock di innovativo ha ben poco, i classici vengo eseguiti in sale da
concerto dove magari la sera prima hanno eseguito la settima di Bruckner, la
tecnica musicale è codificata e oggetto di studio nei conservatori, ma per il
festival di Sanremo è una rivoluzione, parola abusata ma che rende l’idea dello
strappo con il passato. Dopo 40 anni finalmente vediamo un po' vita sul palco
dell’Ariston ed è una vita decisamente più spericolata, anche se non ci troviamo precisamente a Woodstock.
Saturday, March 06, 2021
SANREMO 2021, LA RIVINCITA DEL (SOFT) ROCK
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